mercoledì 25 aprile 2012

la guerra dei cappotti

"Ho vinto la guerra dei cappotti" - "Eh?"

C'è un momento, tra circa marzo ed aprile, in cui le ragazze abbandonano i pesanti piumini e triano fuori dagli armadi i più primaverili cappotti. Ed inizia la guerra. Una tacita guerra fredda a suon di stoffe, colori e cinturini: la guerra dei cappotti. Una competizione sana, in quanto non sono previsti sgarbi, frecciatine o altro, semplicemente ci si guarda e si stabilisce la vincitrice, senza bisogno di parlare.
E' una consuetudine che si tramanda da generazioni, un pò come il carnevale di Venezia.
Tu, uomo, non ne hai mai sentito parlare? La cosa non mi stupisce... Dopotutto, a quale uomo interesserebbe un argomento del genere?
Ma per noi è un evento importantissimo: in palio c'è la gloria che dura una stagione. Hai detto niente!!! Alla prima occasione utile di uscita con le amiche si definisce la prima in classifica e basta, ci si rivede l'anno prossimo con i nuovi modelli.
Ma non si tratta solo di moda: non vince per forza il cappotto più costoso, ma quello che meglio si addice alla ragazza, è una questione sopratutto di personalità.
Io sono 3 anni che vinco. Non per niente.


domenica 1 aprile 2012

tu non puoi capire

Pensavo che la frase più odiosa con cui qualcuno potesse concludere un discorso fosse “Te l’avevo detto”. Però poi ho pensato che in effetti al “Te L’avevo detto” si può sempre rispondere con qualcosa, tipo con “Ma avevo capito male” oppure “Ma avevi detto così” o altro ancora, e quindi si ha modo di dire la propria.
Esiste invece un’altra frase che è in assoluto la più odiosa da sentirsi dire: “Tu non puoi capire”.
Perché al “Tu non puoi capire” non puoi rispondere niente perché appunto non hai argomenti di cui trattare.
E’ come se due tuoi amici stessero parlando tra di loro di un film che tu non hai visto o un libro che tu non hai letto: non puoi dire la tua né intervenire in alcun modo. Che poi il “Tu non puoi capire” si accompagna ad un espressione facciale di misto sofferenza/compassione che ti fa intuire la pesantezza della situazione di vita vissuta. Che tu non puoi capire perché non l’hai vissuta e se mai la vivrai sarà sempre troppo tardi perché c’è chi l’ha già passata e ha un consiglio da darti in merito